COCULLO

cocullo

Cocullo

67030 Cocullo AQ, Italia

COSA VEDERE E FARE A COCULLO

Cocullo è un grazioso comune in provincia dell’Aquila. Un piccolo borgo situato ai confini tra la Marsica e la Valle Peligna, sorge nella valle del Rio Pezzana, affluente del fiume Sagittario. Le sue origini sono molto antiche e risalgono al periodo preromano, come dimostrano alcuni ritrovamenti di una necropoli. Località colma di interessanti e suggestive bellezze di tipo storico e artistico, è nota principalmente per le sue tradizioni religiose e folkloristiche, come la festa dei serpari. Cocullo rimane, nel suo splendido isolamento, come sospeso nel tempo, luogo dove storia e natura si abbracciano idealmente, dove il visitatore viene sorpreso dai colori forti dell’ambiente e dagli scorci spettacolari di un borgo ricco di secoli d’esistenza.

Tra le principali opere del centro storico di Cocullo vi è la torre medievale in muratura, costruita con blocchi di pietra di base quadrata. Questa torre è stata adattata poi come campanile della chiesa di San Nicola. La chiesa risulta citata nel XIV secolo e danneggiata nel terremoto della Marsica del 1915 ma poi mai restaurata. La facciata mostra vari interventi di modifica, ora, sconsacrata, ne rimangono pochi avanzi di interesse architettonico. Interessante è anche la chiesa di Maria delle Grazie, che risale al XIII secolo. La facciata mostra un rosone, un architrave riproducente l’Agnus Dei e due statue del XVI secolo poste in due edicole. L’interno è ad un’unica navata e contiene gli affreschi originari del cinquecento raffiguranti la “Deposizione“, la “Crocifissione” ed un trittico di Sant’Antonio, della Maddalena e di Sant’Amico di San Pietro Avellana.

Come già anticipato prima, tra le manifestazioni tipiche di Cocullo particolarmente suggestiva è la festa dei serpari. L’evento ha inizio con la folla che incomincia a tirare coi denti la campanella della cappella di San Domenico. Secondo la tradizione, questa cerimonia servirebbe a proteggere i denti dalle malattie che li potrebbero affliggere. A mezzogiorno inizia la processione della statua del Santo invasa dalle serpi catturate nei giorni precedenti. Parte dalla chiesa di San Domenico e prosegue per le stradine del centro storico. Ai fianchi della statua del Santo due ragazze vestite con abiti tradizionali portano sulla testa un cesto contenenti cinque pani sacri chiamati ciambellani in memoria di un miracolo attribuito a San Domenico. Questi pani vengono donati per antico diritto ai portatori della Sacra Immagine e del gonfalone. Al termine della festa i rettili vengono riportati dai serpari nel loro habitat naturale .